La farmacia di santa Ildegarda Wighard Strehlow Tutti i rimedi dalla A alla Z
Indice Prefazione ............................................................................ 7 I rimedi dalla A alla Z ......................................................... 21 Indirizzi di riferimento ..................................................... 245 Lista delle indicazioni terapeutiche................................. 247 Bibliografia....................................................................... 251
7 Prefazione Ildegarda di Bingen: la santa della salute, del benessere e di una vita felice Tutto è avvenuto con inconsueta rapidità: santificata da Papa Benedetto XVI nel maggio del 2012, già il 7 ottobre dello stesso anno la profetessa Ildegarda di Bingen è stata nominata Dotto- re della Chiesa Universale (doctora ecclesiastica universalis), il più alto riconoscimento cui una persona possa aspirare su questa Terra, superiore a qualsiasi onorificenza terrena come il Premio Nobel o l’inserimento fra i beni del Patrimonio mondiale dell’u- manità. A Santa Ildegarda dobbiamo un patrimonio di oltre 2000 far- maci naturali che a oggi non trovano impiego in campo medi- co. Tra questi figurano generi alimentari ottimali come la spelta, ideale per la cura dei disturbi gastro-intestinali e per impedire lo sviluppo delle neoplasie, o le castagne domestiche che contri- buiscono alla rigenerazione dei nervi prevenendo la demenza e l’Alzheimer. L’uso della galanga per la prevenzione dell’infarto miocardico, degli ictus e dell’ipoacusia improvvisa ha rappresentato una sco- perta rivoluzionaria e in grado di salvare vite umane. Anche l’ef- fetto del decotto di lenticchie d’acqua è eccezionale per prevenire le neoplasie e come profilassi delle recidive tumorali. Ancora, la cura di finocchiello è considerata un metodo pionieristico nel trattamento di oltre 20.000 patologie autoimmuni.
8 L’opera completa di Santa Ildegarda La stesura della sua tesi di dottorato, l’enorme codice Wiesbade- ner Riesencodex, risale già a 800 anni fa; tuttavia, in esso mancano ancora le opere di carattere medico-scientifico spedite a Roma solo in occasione della prima richiesta di santificazione, avvenuta dopo la morte di Ildegarda, che da allora risultano “scomparse”. Ci rimane tuttavia copia del suo manuale medico Causae et Curae del 1233, da cui si è sviluppata la medicina tradizionale di Ildegarda. Molte sono le versioni esistenti dell’opera Physica: l’e- semplare più attendibile, il manoscritto fiorentino della Physica, fu scoperta solo nel 1983 e pubblicata nel 2010 da De Gruyter, Berlino. Da entrambe le opere sono stati scelti i principali metodi e ri- medi medicinali e comparati con lo stato odierno dell’erboriste- ria scientifica (Enzyklopädie der Arzneistoffe und Drogen di Hager, 18 volumi, Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft Stuttgart 2007, e Teedrogen di Max Wichtl). È perciò evidente che le enormi conoscenze mediche di Santa Ildegarda sono superiori alla mag- gior parte dei concetti della medicina scolastica moderna, poiché offrono possibilità curative che finora si ritenevano impossibili. La medicina di Ildegarda come prevenzione Siamo sinceri: a chi piace ammalarsi, chi si augura di avere un infarto cardiaco, un ictus, reumatismi, il diabete o un tumore? Come dimostrato da studi scientifici, la maggior parte delle patologie potrebbe essere evitata grazie a una corretta alimen- tazione che comprenda frumento integrale, frutta, verdura e una quantità limitata di carne e latticini. Immaginiamoci l’80 percento in meno di neoplasie, patologie cardiache, ictus, dia- bete, demenza, osteoporosi e altre malattie autoimmuni. Mano a mano l’attuale sistema sanitario potrebbe risparmiare un’indi-
9 cibile quantità di denaro, trasformandosi da un sistema di cura delle malattie a un vero e proprio sistema di promozione della salute. Finora la medicina tradizionale non ha ancora scoperto una cura definitiva per tutte queste patologie autoimmuni, mentre una buona alimentazione rispondente ai principi di Ildegarda e uno stile di vita sano permettono di prevenire l’80 percento di queste piaghe. E tuttavia, la realtà è ben diversa: quasi un tedesco su due muore di insufficienza cardiaca, uno su quattro di tumore (218.889 all’anno). Per un tedesco su sette è fatale l’assunzione di medicinali chimici prescritti in ospedale, circa 58.000 pazienti all’anno. La chimica farmaceutica si piazza così al terzo posto tra le cause di decesso, subito dopo le patologie cardiovascolari e le neoplasie. Gli studi scientifici hanno dimostrato che i pazienti guarisco- no quando smettono di assumere medicine chimiche; in pazienti con insufficienza renale cronica avanzata si sono registrati mi- glioramenti dei valori renali dopo aver sospeso la somministra- zione di antiipertensivi come gli ACE-inibitori o i bloccanti AT. Molti medicinali chimici causano neoplasie drammatiche che si sarebbe voluto evitare: tra questi si ricordano i prodotti che- mioterapici, gli antibiotici, il cortisone, gli analgesici o gli anti- coagulanti come l’ASA o il Pradaxa®, appena ritirato dal mercato negli Stati Uniti a causa di numerosi casi di decesso. In Ger- mania è ancora possibile ordinare questo stesso farmaco, poiché non è ancora stata promossa un’azione collettiva.
10 Alpinia galanga e riduzione dello stress invece dell’aspirina®: come prevenire le patologie cardiache La medicina tradizionale si vanta del fatto che i suoi farmaci si- ano “evidence-based”, basati su prove scientifiche confermate da studi clinici in doppio cieco. Cosa dovremmo dire, allora, dell’ultra centenaria aspirina (acido acetilsalicilico, ASA), ad oggi utilizzata in tutto il mondo come medicinale standard per la prevenzione di patologie car- diovascolari? Recenti studi hanno dimostrato che l’ASA ha no- tevoli controindicazioni mortali come vascoliti, infiammazioni dei vasi sanguigni con rischio di ictus e infarti del miocardio, emorragie gastriche e intestinali incontrollate, ulcere peptiche e intestinali, diverticoliti e molte altre. In uno studio condotto dal dott. J. Cleland della Hull Uni- versity (Inghilterra) su oltre 100.000 pazienti che presentavano un alto rischio cardiovascolare, si è dimostrato che l’aspirina era assolutamente inefficace poiché la sua aggregazione piastrinica risulta troppo ridotta. I pazienti a rischio di infarto cardiaco non vivono più a lun- go assumendo aspirina rispetto a quanto succederebbe se non la prendessero: al contrario, coloro che assumono regolarmente aspirina soffrono molto più spesso di gravi collassi cardiovascola- ri rispetto ai pazienti che non ne fanno uso. Uno studio dell’Università di Harvard condotto su 40.000 donne ha dimostrato che l’aspirina non riduce né l’incidenza percentuale di infarti cardiaci né il tasso di mortalità. Ancora, da uno studio del 2009 su diabetici è emerso che l’aspirina peggiora la propensione alle emorragie e può causare emorragie agli occhi che, a loro volta, possono portare a cecità. Perché decidere di correre un tale rischio, se la medicina di Ildegarda permette di guarire anche senza controindicazioni?
11 Il sapere di Santa Ildegarda fu frutto di visioni? Ildegarda stessa risponde a questa domanda in modo estrema- mente chiaro: “Non vengo a conoscenza di tutto questo in so- gno, né in estasi, ma quando sono sveglia di giorno e di notte”. Nel suo ultimo lavoro visionario sulle opere divine, Liber Di- vinorum Operum, scrive: “La Creazione è piena di forze guaritrici che nessuno può conoscere se non sono rivelate da Dio”. Ildegar- da riceve le sue conoscenze dalla saggezza divina, mentre non si può dire altrettanto della medicina moderna. Per questo anche le sue visioni superano tutto il sapere finora accumulato. Nelle sue visioni, Ildegarda viene a conoscenza di molto di più rispetto a quello che sappiamo. Come dichiarò Al- bert Einstein: “L’intuito è ciò che conta per davvero”. Nel mondo occidentale questo tipo di fonte del sapere si è persa con l’illuminismo. Al giorno d’oggi, il nostro sapere medio ha breve durata ed è transitorio, mentre il sapere di Ildegarda non invecchia mai e vale in tutte le epoche, poiché deriva dalla saggezza di Dio. Albert Einstein scrive ancora: “…la più bella emozione che possiamo provare è il senso del mistero; è la fonte di ogni vera arte e scienza”. La ricchezza spirituale rimane impenetrabile alla ragione. Cartesio si accontentò di un sapere parziale: “Cogito ergo sum”; proprio qui si cela l’alta siepe che ci impedisce di vedere il tutto e ci rende ciechi di fronte alla grandezza e alla bellezza dell’uomo. Con il nostro intelletto siamo diventati dei giganti e abbiamo fatto enormi progressi nei settori della tecnica e delle scienze na- turali. Al contrario, sul piano spirituale e interiore siamo divenuti dei nani zoppi che destabilizzano il mondo intero con il loro sapere parziale e la loro sete di denaro, precipitando in una crisi caotica in tutti i settori, dalla politica alle finanze, dal sistema sa- nitario alla formazione e addirittura all’educazione dei bambini.
12 Ildegarda vede tutto ciò, conosce i nessi universali e la rete cosmica alla quale noi tutti siamo collegati. Ella è la risposta alla crisi del 3° millennio e si occupava delle domande fondamentali dell’umanità: dove sto andando, da dove vengo, qual è il senso della mia vita? “Che cosa sarebbe successo se Ildegarda non fosse vissuta?”, si chiede il regista americano Michael Conti nel suo nuovo film The Unruly Mystic: Saint Hildegard of Bingen. La vera scienza proviene sempre da Dio. Anche Ildegarda ne era cosciente, e per questo ha unito il suo spirito a questo spirito divino universale, raggiungendo, come lo stesso Albert Einstein scrive delle sue visioni, “un’intelligenza di tale superiorità da rendere l’intero pensiero e agire umano un riverbero insignificante”. La preoccupazione maggiore di Ildegarda era di rivelare e de- cifrare il lato segreto e nascosto, indicando le vie che portano alla salvezza e alla guarigione di tutta l’umanità. Ildegarda senza la sua medicina sarebbe incompleta. Rivelare queste verità era per lei un obbligo sociale, il sapere medico doveva essere trasmesso a tutti gli uomini. Tre esempi possono dimostrare che la medicina di Ildegarda per- mette di raggiungere successi straordinari in casi cosiddetti senza speranza per cui la medicina tradizionale non ha saputo trovare cure definitive. 1. La cura al finocchio montano: una rivoluzione per la cura dell’“incurabile” L’intestino e la flora intestinale sono soggetti a tutte le problema- tiche di natura psicosomatica: rabbia, collera, tristezza, cattiveria e tensioni sono molto più dannose per i batteri digestivi e la mu- cosa intestinale rispetto a una cattiva alimentazione, l’assunzione
13 di antibiotici, cortisone o chemioterapici. Lo stress è stato riconosciuto dall’OMC come rischio princi- pale di malattia: il 70 percento di tutte le patologie è determina- to da fattori di stress e l’organo maggiormente colpito è sempre l’intestino. Ildegarda elenca 35 fattori di rischio psicosociali, dalla bra- mosia di ricchezze materiali al dolore cosmico, che possono cau- sare irritazioni e rendere poroso l’intestino (sindrome della per- meabilità intestinale): di conseguenza, la flora intestinale, i virus, gli allergeni e i residui alimentari possono penetrare nel sangue e causare setticemia. L’organismo non ha altra scelta che morire di sepsi in tre giorni o difendersi da questi attacchi nemici fa- cendo intervenire il proprio sistema immunitario. Per aggredire e annientare gli aggressori, il corpo ha a disposizione oltre cento “armi”, che a questo punto si trovano però nel sangue che irro- ra tutte le cellule e praticamente tutte le cellule possono essere attaccate, irritate e distrutte in modo autoimmune dal nostro sistema immunitario. Il danno è enorme, esistono oltre 20.000 patologie autoim- muni in virtù degli organi che vengono attaccati: neoplasie, infarti del miocardio, ictus, Parkinson, sclerosi multipla, SLA, demenza e Alzheimer, artrite, poliartrite o neurodermite. Tutti gli organi possono essere soggetti ad attacco. Le malattie corri- spondenti terminano in “-ite”: sinusite, gastrite, colite, epatite, nefrite e molte altre. Tutte hanno inizio con un’infiammazione. La medicina tradizionale si accontenta tragicamente di trat- tare solo i danni evidenti proponendo interventi chirurgici, ra- dioterapia o chemioterapia. Cortisone, antibiotici, immunode- pressivi e analgesici, per lo più acidi, danneggiano le mucose e la flora intestinale: l’intestino finisce per sembrare come un paesaggio lunare e le patologie si cronicizzano diventando “in- curabili”, poiché i fattori di rischio psicosomatici iniziali non
14 sono stati debellati. La medicina tradizionale non riconosce minimamente i rap- porti tra psiche, intestino e sistema immunitario, altrimenti non farebbe ricorso alle “armi” sbagliate rendendo “incurabili” l’80 percento di tutte le malattie autoimmuni. Al contrario, l’approccio alle malattie autoimmuni della me- dicina di Ildegarda è sempre olistico. Innanzitutto si ricercano le cause psicosociali che spesso portano allo sviluppo delle patolo- gie, per trasformarle in forze guaritrici spirituali secondo i det- tami della psicosomatica di Ildegarda. Successivamente, l’analisi della flora intestinale permette di determinare i danni presenti: solo dopo un’attenta diagnosi avrà inizio la cura dell’intestino, il ristabilimento della flora batterica grazie a probiotici e il risana- mento intestinale attraverso l’assunzione del miglior prebiotico, il farro spelta. La miglior depurazione dell’intestino è garantita dalla cura al finocchio montano: chiamato da Ildegarda anche oro dei medi- cinali, combatte l’emicrania, depura l’organismo dai fluidi dan- nosi e pulisce l’intestino dalla muffa. Finora abbiamo effettuato oltre 20.000 trattamenti intestina- li con il finocchio montano; secondo i dati dell’Istituto di Micro- biologia del dott. Rüdiger Pohl di Bad Saarow la percentuale di successo è prossima al 90 percento. Ringrazio ancora una volta il dott. Rüdiger Pohl per la sua preziosa collaborazione. Dopo aver curato efficacemente l’intestino, si passa all’utiliz- zo mirato dei medicinali omeopatici. Con la cura al finocchio montano è iniziato il processo di guarigione della medaglia d’oro Matthias Mayer, affetto da artri- te reattiva. Nel 2012, anno della santificazione di Ildegarda, lo sciatore ventunenne Matthias Mayer è stato gravemente colpito da un’artrite reattiva accompagnata da forti dolori, febbre e una perdita di peso di 15 kg. Per la medicina tradizionale, Matthias
15 avrebbe dovuto guarire dopo una terapia cortisonica, analgesica e a base di methotrexate. A seguito di alcune artroscopie ineffica- ci e pericolose ha rischiato un’anchilosi; dopo una terapia di tre settimane è stato dimesso dall’ospedale e si è ritrovato in sedia a rotelle, finendo così in una spirale indescrivibile di dipendenza che gli ha reso impossibile la pratica di sport a livello professio- nale. Tuttavia, Matthias non si è dato per vinto e ha iniziato le cure domiciliari. Sua madre l’aveva già cresciuto a farro spelta: ora, il suo medico curante, la dott.ssa Andrea Unger, gli ha ordi- nato innanzitutto la cura al finocchio montano per ripristinare le corrette funzioni intestinali. Sono seguiti salassi, trattamenti emospasici e l’impiego di lin- gua cervina in polvere contro le emicranie da shock. Grazie alla cura di Idelgarda sono scomparsi i dolori reumatici, il campione ha ripreso la deambulazione autonoma e dopo sei mesi di “ripo- so” per il corpo, lo spirito e l’anima è tornato a vincere la meda- glia d’oro nella disciplina regina dello sci alpino. In questo caso, la medicina di Ildegarda ha compiuto un vero e proprio miraco- lo, impossibile secondo la concezione umana. A tal proposito, la madre di Matthias scrive: “La medicina di Santa Ildegarda, da un lato così semplice e naturale, merita queste chiare parole: l’uomo deve diventare un paziente maturo e vivere in armonia con la creazione e in umiltà, cosicché attraverso l’intervento divino la cura dell’incurabile possa seguire le leggi della natura”. 2. La forza curativa dell’achillea millefoglie in caso di problemi cicatriziali La medicina di Ildegarda è stata esportata in America dal famo- sissimo cardiologo prof. Michael Ellis DeBakey, M.D. Per rin- graziarmi delle cure prestategli, il novantanovenne pioniere della chirurgia di bypass mi aveva invitato al Baylor College of Medi- cine di Houston, Texas, per tenere una conferenza sulle pratiche
of 17 1/17
SHARE DOCUMENT